Descrizione
C’era una volta una vecchina e un vecchietto che vivevano in un casolare. Un giorno, la vecchina realizzò u n omino di pan di zenzero con ribes al posto degli occhi e le ciliegie come bottoncini per la camicina. Quasi a cottura ultimata, la donnina sentì una vocina provenire dal buio forno “Mammina, mammina, che caldo che fa qui… prendimi e fammi uscire!”. La donna si intenerì e prese tra le braccia il caldo omino, che una volta fuori, cominciò a correre e a saltellare per tutta la casa “Corri pure, tanto non mi prendi, io sono l’omino di pan di zenzero!”. Correndo correndo, saltò fuori dalla finestra e si allontanò dalla casetta, abbandonando per sempre la vecchietta. Per strada incontrò un maiale che lo guardò con aria gioiosa “Vieni omino, vieni che voglio mangiarti” ma l’omino sempre correndo, rispose “Corri pure, tanto non mi prendi, io sono l’omino di pan di zenzero!”. Nella sua fuga l’omino, incontrò una mucca che, non appena lo vide, cominciò a rincorrerlo “Fermati omino, fermati che voglio mangiarti” ma lui sempre correndo e saltellando canticchiava “Corri pure tanto non mi prendi, io sono l’omino di pan di zenzero”. Alla mucca ed al maiale si unì più avanti anche un cavallo, intenzionato anche lui a mangiare l’omino “Fermati omino, fermati, che voglio mangiarti io!” e l’omino ridacchiando urlò “Correte, correte più che potete, tanto non mi prendete, io sono l’omino di pan di zenzero!” Soddisfatto per essere stato più veloce e scaltro degli altri, cominciò a ridere e ridere, finché giunse lungo le sponde di un fiume “Oh no!” gridò, “Adesso mi prenderanno!”, quando, uscì da dietro un cespuglio una giovane volpe “Se vuoi posso aiutarti io ad attraversare il fiume, così riuscirai a scappare”, l’omino, inizialmente fu sorpreso da tale bontà e con aria dubbiosa esclamò “Non vorrai mica mangiarmi?” e la volpe ridacchiò “Scherzi? Voglio solo aiutarti!”. Così, nonostante il dubbio, decise di fidarsi della buona fede della volpe, salendo, inizialmente sulla sua coda, ma quando fu a metà del fiume cominciò a bagnarsi “Oh no, adesso mi scioglierò!” cominciò ad urlare. Allora la volpe gli consigliò di salire sul suo dorso “Omino, sali sali, così non ti bagnerai!” e appena dopo qualche metro, furbamente aggiunse “Omino, sei troppo pesante. Sono stanca. Vai sul mio naso”.
L’omino di pan di zenzero, oramai sicuro del buon cuore della volpe, passò sul suo naso così come la stessa gli aveva proposto. Ma non appena raggiunto l’altro lato del fiume, la volpe fece una scrollata che bastò a gettare in aria l’omino, il quale rotolò alto in cielo e in men che non si dica, finì dritto dritto nella bocca della cara, amichevole volpe.